mercoledì 31 ottobre 2007

No tax area per tutti!

Proviamo ad approfondire qual è il vero significato della no tax area. Forse è troppo facile dire semplicemente che è la fascia di reddito sulla quale non si pagano tasse. Io per fare il verso al bamboccione più famoso d’Italia direi che la no tax area è una cosa bellissima!
Ma procediamo con ordine. Provate a pensare quando è possibile non pagare tasse o pagarle in misura minore? Ecco un elenco non esaustivo:
1) Quando non si ha nessun reddito: vedi gli studenti a vita che campano alle spalle dei genitori e non hanno mai lavorato in vita loro. Il rovescio della medaglia stà nel fatto che purtroppo tocca studiare e i soldini in tasca sono proprio pochi.
2) Quando si è disoccupati: purtroppo qui c’è niente di cui rallegrarsi.
3) Quando si usufruisce di agevolazioni fiscali: ultimamente se ne vedono molto poche quindi togliamocele dalla testa perché se anche ci fossero sarebbero si quelle per ultranovantenni accompagnati dai genitori.
4) Quando si evade: ci si divide fra i rimorsi di chi ha violato la legge (a dire il vero di solito sono pochi) e la paura di essere scoperti (un po’ di più ma nella vita ci si abitua a tutto).
5) Quando si ricade nella no tax area: e questa è la situazione migliore, massima libidine per tutti!
Diciamocelo chiaramente, cosa c’è di meglio del cullarsi in quel limbo felice che consente di non tirare fuori il becco d’un quattrino e al contempo non comporta nessun tipo di rischio?
Ed è per questo che noi siamo dalla parte della no tax area. Il problema è che purtroppo l’area è un po’ strettina e la compagnia non è molta… e inoltre all’interno non ci si campa molto bene, per cui, volendo aumentare la tribù l’unica strada è aumentare la soglia per la definizione della no tax area.
Ad esempio 10.000 € per tutti secondo me andrebbe benissimo. Infatti non bisogna dimenticare che la no tax area è stata inserita nel nostro ordinamento dal governo per poter alzare le aliquote minime IRPEF indiscriminatamente.

Attualmente, l’aliquota prevista per il primo scaglione dell’IRPEF, cioè per i redditi fino a 15.000 € è pari al 23%. In termini numerici con un reddito pari a 15.000€ si dovrebbero pagare, senza altre deduzioni, ben €3.450 di sola IRPEF! Invece con la no tax area prevista ad esempio per un lavoratore autonomo, se ne pagano 2.346.

L’altra cosa che non ritengo giusta è la discriminazione fra le soglie della no tax area a seconda del tipo di reddito. Il lavoratore dipendente gode di una no tax area maggiore di 8.000 € mentre il pensionato di 7.500 (chissà perché un po’ inferiore al dipendente). Fanalino di coda ovviamente il lavoratore autonomo con 4.800€. Come mai? La risposta è che il lavoratore autonomo è meno amato dei lavoratori dipendenti, da alcune parti politiche è addirittura odiato perché ritenuto evasore. In realtà non dovrebbero esserci distinzioni perché anche gli autonomi sono lavoratori da tutelare. Un conto è il professionista che incamera centinaia di migliaia di euro di reddito all’anno, altra cosa il piccolo commerciante o anche il baby professionista che lavora sottopagato nello studio del proprio dominus.
E’ per questo che io propongo la no tax area unica per tutti a 10.000 €.

Pensate anche a coloro che hanno un reddito pari a 10.000 €. Vi pare giusto che, con il costo della vita attuale, queste persone debbano pure pagare le tasse? Come fa un povero Cristo che guadagna 833 euro al mese o anche meno a pagare l’affitto ad esempio di 500€ e a mangiare, vestirsi ecc… Forse è lo Stato che dovrebbe fare un passo indietro e non chiedere nulla a quei soggetti che si trovano in simili situazioni. Il punto è che le economie dovrebbe farle non il cittadino che si trova in condizioni precarie, ma lo Stato spendaccione che spende male i soldi delle tasse! La pressione fiscale è ormai insostenibile quindi è inutile che costringiamo i cittadini a fare la dieta quando i politici, comunque, hanno sempre la pancia piena! Mettiamo a dieta lo Stato: basta con le spese pazze che non accennano mai a diminuire….

venerdì 26 ottobre 2007

I segreti della no tax area

Qualcuno di voi si sarà chiesto che cos’è la no tax area da cui prende il nome il nostro blog. Ebbene finalmente ci accingiamo a parlare di questo argomento. I più attenti avranno notato l’uso del plurale, in effetti, da oggi i commenti più tecnici saranno affidati ad un dottore commercialista di Reggio Emilia, di quelli con tanto di bollino blu, che si chiama Lorenzo Esposito… che collaborerà con noi finché avrà voglia di scrivere qualcosa per noi...

Grazie per il bollino blu, ma non sono una banana!
La no tax area è contraddistinta da una soglia di non tassazione, al di sotto della quale non sono dovuti tributi. In particolare, la no tax area è riferita all’IRPEF cioè l’imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Il meccanismo è stato introdotto a partire dal 2003 con l’art. 2, L. 27.12.2002, n. 289 (la Finanziaria 2003) ed era volto a tutelare le fasce più deboli della popolazione, cioè quelle con redditi al di sotto della soglia di sussistenza.
L’art. 10-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) in vigore per i redditi 2003, prevedeva delle deduzioni dal reddito complessivo per assicurare la progressività dell’imposizione. Per la determinazione della no tax area occorreva eseguire il seguente calcolo: Reddito complessivo
+ credito d’imposta per gli utili distribuiti
- oneri deducibili di cui all’art. 10 del TUIR
L’importo base della deduzione per la progressività dell’imposizione era pari a:
3.000€ forfetario valevole per tutti i contribuenti cui si aggiungeva
4.500€ (ragguagliato al periodo di lavoro nell’anno) per i titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati
4.000€ (sempre ragguagliato) per i titolari di reddito da pensione
1.500€ a forfait per i titolari di reddito di lavoro autonomo o di impresa minore.
Ovviamente le deduzioni non sono cumulabili fra loro, nel caso in cui i redditi conseguiti ricadano su più voci.
Visto che così le regole sarebbero state troppo semplici, è stato previsto un calcolo per mitigare l’effetto delle deduzioni teoriche spettanti che tiene conto degli oneri deducibili scomputabili dal contribuente e del reddito complessivo conseguito.
La formula era la seguente:
26.000€+ deduzione teorica spettante (7.500, 7.000 o 4.500) + oneri deducibili-reddito complessivo dichiarato- credito d’imposta sugli utili percepiti/26.000€.
La deduzione teorica veniva quindi ricalcolata ed era pari al 100% se il rapporto era uguale o maggiore a 1, zero se il rapporto era uguale o minore di zero, compresa fra 0 e 100% se il rapporto andava da 0 a 1.
Il meccanismo originario dell’individuazione della cosiddetta no tax area è stato più volte modificato, l’ultima volta con la Finanziaria 2007, con la quale è stato riscritto l’art 13 del TUIR.
Attualmente le deduzioni da lavoro dipendente e autonomo e da pensione sono state trasformate in detrazioni d’imposta e variamente combinate con le detrazioni per carico di famiglia di cui all’art. 12 del TUIR.
Senza tenere conto del coniuge o dei figli a carico, che concettualmente appartengono alle detrazioni per carichi di famiglia, ci sono attualmente tre soglie di no tax area, a seconda del tipo di reddito percepito:
- lavoratore dipendente: 8.000€
- pensionato: 7.500€
- lavoratore autonomo: 4.800€.
La differenza delle deduzioni rispetto alle detrazioni consiste nel fatto che nella prima versione della no tax area si deduceva l’importo ad esempio di 3.000+4.500€ dalla base imponibile, mentre ora esistono degli importi di imposte da detrarre dal tributo complessivamente già calcolato sulla base imponibile. Ovviamente tali detrazioni d’imposta non sono pari alle soglie sopra indicate, ma alle imposte calcolate sulle stesse, con l’aliquota del 23%, corrispondente al primo scaglione dell’IRPEF.
Dott. Lorenzo Esposito

Ringrazio il dottore per il suo contributo a proposito della no tax area. Tecnicamente non aggiungerei niente all’esposizione, sufficientemente esauriente…. Però vorrei spiegare che cos’è veramente la no tax area per chi ha concepito un blog che si ispira ad essa…. (segue nel prossimo post….)

mercoledì 17 ottobre 2007

LA RUOTA DELLA FORTUNA GIRA IN AUTO: ECCO I NUMERI VINCENTI

Oggi non vogliamo parlare di politica per non fare irritare chi la pensa in modo differente.
Parliamo di imposizione fiscale sulle auto delle imprese e dei professionisti. Bell’argomento tosto!
Ormai non è quasi più possibile per un contribuente normale tenere a mente gli sconvolgimenti che ci sono stati a livello legislativo negli ultimi mesi in relazione alla deducibilità dei costi e alla detraibilità dell’IVA sulle auto aziendali. Quindi vi diamo le terne dei numeri vincenti.

IMPOSTE SUI REDDITI E DEDUCIBILITA’ DEI COSTI
Per le imprese i numeri sono: 0-20-40.
Per i professionisti invece sono: 25-30-40.
SPIEGAZIONE: Il primo numero della terna indica la percentuale di deducibilità dei costi delle autovetture aziendali, non esclusivamente strumentali, in vigore nell’anno 2006 (nel periodo d’imposta in corso alla data del 3 ottobre 2006), in seguito al giro di vite operato con l’art. 2 del DL 262/2006.
Il secondo numero indica invece la percentuale di deducibilità, sempre riferita al periodo d’imposta 2006, così come modificata dall’art. 15-bis. comma 7, lettera b) del DL 81/88, che ha innalzato quanto previsto dal DL 262/2006. Ovviamente per semplificare le cose, si è imposto ai contribuenti di chiudere l’Unico 2007, redditi 2006, in base alla normativa vecchia. In seguito, in occasione del versamento dell’acconto di novembre 2007 e della presentazione dell’Unico 2008, redditi 2007, si potrà recuperare la differenza pagata in più.
Il terzo, infine, è relativo alla deducibilità a regime dal 1° gennaio 2007 (a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data del 27 giugno 2007) che troverà applicazione in occasione della compilazione del modello Unico 2008 e del versamento degli acconti 2008.

AUTO IN USO PROMISCUO AI DIPENDENTI
Per il 2006 i costi sostenuti dalle aziende per le auto concesse in uso promiscuo ai dipendenti per almeno 183 giorni all’anno, sono ora detraibili retroattivamente al 65%. Il che significa che “prima” del D.L. 81/07 la deducibilità era limitata all’importo pari al fringe benefit imponibile in capo al dipendente, cioè il 30% delle tabelle ACI.
Per il 2007 la percentuale di deducibilità è stata innalzata al 90%.
Anche qui i cambiamenti non si contano e la chiarezza è sempre l’obiettivo del legislatore fiscale.

DETRAIBILITA’ DELL’IVA
In merito alla possibilità di detrarre l’IVA sull’acquisto di auto e sull’acquisto di carburante per autotrazione e spese di manutenzione, la percentuale è la stessa per imprese e professionisti: 40.
Per complicare le cose occorre fare riferimento a tre periodi diversi.
1) Per gli acquisti effettuati dal 2003 al 13 settembre 2006, per i quali non si è effettuata la detrazione dell’IVA o la si è effettuata in misura limitata, al 10 o al 15 % sugli acquisti di auto, è prevista la possibilità di richiedere il rimborso mediante istanza da presentare entro il 22 ottobre 2007.
2) Per gli acquisti relativi al periodo dal 14 settembre 2006 al 26 giugno 2007 valeva la regola di utilizzare gli ordinari criteri basati sull’effettivo utilizzo del mezzo, cioè ognuno si doveva regolare da sé, stabilendo una percentuale di detrazione coerente con l’uso dell’auto per fini d’impresa o professionali. E’ stato confermato dall’Agenzia delle Entrate, nella circolare n. 55 del 2007, che coloro che hanno scommesso sulla percentuale poi stabilita al 40% e l’hanno applicata prima che la UE autorizzasse l’Italia ad applicarla, hanno agito correttamente e non saranno sanzionati.
In questo caso vengono premiati i soggetti con spiccate facoltà divinatorie!
Coloro che invece hanno detratto meno del 40% potranno recuperare l’IVA non scomputata nella dichiarazione annuale, cioè non prima dell’inizio del prossimo anno.
L’importante per il fisco è sempre tutelare il gettito e trattenere il più possibile le somme indebitamente riscosse.
3) Dopo il 26 giugno, data in cui è arrivata la benedetta autorizzazione dell’Europa, la percentuale di detrazione è ovviamente il 40% per tutti. Amen…. Fino a nuovi cambiamenti.

TUTTO BENE NO???? Se qualcuno è riuscito a seguire tutti i passaggi indenne merita un premio. E pensare che io l’ho anche semplificata….
MORALE: Come nelle tavolette di Esopo la morale c’è anche qui.
Chi troppo vuole nulla (o quasi ) stringe. Cioè… il fisco esoso che abbiamo in Italia ha fatto di tutto per tartassare ad oltranza i contribuenti e costringerli a pagare più tasse sulle auto aziendali e professionali di quante non se ne paghino nel resto d’Europa. Però, alla fine la Corte Europea ci è venuta in aiuto ed ha costretto l’Italia ad adeguarsi e a mollare un po’ l’osso.
Il problema è che questo tira e molla ha causato un delirio normativo che con molta fatica si riesce a comprendere.
In più, i conteggi richiesti per l’istanza di rimborso IVA relativa al periodo 1/1/03-13/9/2006 sono complicatissimi al fine di scoraggiare chiunque voglia averne la restituzione. Ma questa è un’altra storia….

giovedì 11 ottobre 2007

IL DENTISTA EVASORE

La notizia dell’ultima ora riguarda un dentista di Sassari che, a detta dei giornali, ha subito un approfondito controllo da parte delle Fiamme Gialle, che avrebbero accertato una maxi truffa e una maxi evasione fiscale per un totale di 12 milioni di euro!
Già nel maggio scorso il Gip di Sassari aveva chiesto delle misure cautelari nei confronti del professionista, disponendo il sequestro di numerosi beni immobili ed auto di lusso. E quando dico di lusso dico Ferrari e Lamborghini!
L’operazione condotta dalla Gdf è stata denominata “Golden Bridges” probabilmente alludendo ai ponti d’oro che il dentista è solito impiantare così bene nella bocca dei pazienti.
A quanto pare i militari hanno scoperto ingenti movimentazioni di denaro sui conti del suocero e della moglie del professionista, senza che gli stessi esercitassero specifiche attività economiche tali da giustificare degli introiti così consistenti. Sul conto del suocero pare che siano transitati alcuni milioni di euro negli ultimi anni.

Questa è la cronaca. Delle vicende giudiziarie e fiscali se ne occuperanno il tribunale e la commissione tributaria e ovviamente, fino ad una sentenza passata in giudicato, il dentista dei ponti d’oro è innocente.

In realtà ciò che si vuole sottolineare è un altro aspetto. Il dentista sardo è sicuramente un caso di professionista molto affermato che è riuscito ad ottenere successi professionali indiscutibili curando una moltitudine di pazienti.
Il problema è come si concilia una carriera così brillante dal punto di vista professionale con una organizzazione così poco avveduta dal punto di vista contabile e amministrativo.
Poniamo il caso che ci fosse l’intento di evadere e di farla franca. Il consiglio che possiamo sicuramente dare al soggetto in questione è di continuare a fare il dentista e lasciare ad un professionista serio il compito di dare la giusta impostazione alla questione. Ma è mai possibile che nell’anno 2007 si debba assistere a simili dimostrazioni di “evasore fai da te” ????
1) Se uno ha qualcosa da nascondere deve sempre mimetizzarsi: non può girare in FERRARI e LAMBORGHINI e dichiarare 120.000 euro di reddito annuo.
2) Versare i compensi sul conto del suocero pensionato è una soluzione non solo priva di fantasia, ma anche puerile. Gli accertamenti finanziari ci sono sempre stati in simili casi, in più da quest’anno hanno preso nuovo vigore in seguito ad alcune modifiche operative anche in occasione della rafforzata lotta all’evasione fiscale del temibile Visco. E ovviamente questi accertamenti coinvolgono i conti correnti di tutti i parenti…
3) Gli acquisti immobiliari: pare che il professionista, nel giro di pochi anni abbia acquistato per sé e familiari, diversi immobili di pregio in Sardegna, a Milano e a Montecarlo! Ma insomma!
Penso che alla torta manchi solo una ciliegina: la residenza nel Principato di Monaco! (magari ce l’ha anche).
Quindi a tal punto ci si ritrova con il classico cerino in mano dopo l’incendio.

CONSIGLIO AGLI EVASORI: NON FATE I PATACCA!!!

E’ come se il nostro dentista volesse operare sui suoi pazienti a mani nude.
Per fare le cose gli strumenti ci sono, basta darsi il tempo di trovarli affidandosi ad un professionista serio, che, anche se non condivide la vostra scelta di evasore ad oltranza (regola basilare è che non puoi evadere al 100%, prima o poi ti beccano), vi potrà almeno evitare gli accertamenti, le sanzioni, e la galera (beh, lì è davvero difficile arrivarci, ma non si sa mai).
Che dire…. State in campana!

lunedì 8 ottobre 2007

Le tasse sono una cosa bellissima

Fa piacere sentire le ultime affermazioni del nostro ministro dell’economia Tommaso Padoa-Schioppa, in occasione dell’intervista concessa a Lucia Annunziata.
TPS ha dichiarato: "Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima. Servono per tutelare l'ambiente, difendere la salute, pagare le pensioni"
In effetti questa affermazione un po’ naif è in parte vera. Se abbiamo ben presente quanto hanno scritto Stella e Rizzo nell’ormai arcinoto”La Casta”, in merito agli sprechi a favore della nostra bella classe politica, qualcosa di vero c’è. Cioè i soldi delle tasse pagate dai cittadini vengono usati per mantenere in buona salute i nostri onorevoli, che già godono di un sistema sanitario ai vertici mondiali (gli viene pagato tutto, compresi gli interventi di chirurgia estetica e il cambio di sesso). Poi, un’altra voce consistente di spesa sono i pagamenti delle pensioni a tutti gli ex parlamentari, che talvolta dopo pochi giorni di lavoro, hanno diritto alla pensione a vita.
Più difficile comprendere la tutela dell’ambiente, quella, lasciamola a Pecoraro….
Il ministro si appassiona a tal punto del suo lavoro, che riesce persino a trovare “bellissime” le tasse. E’ semplicemente patetico….
Poi aggiunge "Magari si può essere insoddisfatti per la qualità dei servizi…”
Beeh, direi che questo è poco ma sicuro!!! In un paese come il nostro in cui i sindaci delle città organizzano feste con i soldi sottratti alla manutenzione delle strade o allo smaltimento dei rifiuti…..
Per non parlare del Governo centrale che non sa più quale voce di spesa creare al fine di “pompare” risorse che gli consentano di mantenere ed aumentare il consenso popolare e perpetuare il proprio potere all’infinito.
Ci viene proprio di dire quella parola che Grillo ha molto abusato di recente….
A TPS fa molto male stare al governo: dice cose che si potrebbero sentire in bocca a Rutelli, non ad un economista come lui. Sarebbe meglio che tornasse a fare il banchiere. Magari portandosi dietro Visco che fra il regime del terrore che cerca di instaurare contro i contribuenti e le punizioni alle Fiamme Gialle non troppo allineate a sinistra è ormai odiato dalla grande maggioranza degli italiani. POVERA ITALIA!
Forse questo intervento è un po’ politico, ma sempre di tasse si parla…