mercoledì 23 gennaio 2008

Sei sicuro che il nuovo regime fiscale ti convenga? Ecco come sfuggire alla trappola di Visco

La Finanziaria 2008 (vedi circolare ministeriale) , fra le altre cose, ha dato il via ad un nuovo regime fiscale agevolato per i piccoli imprenditori e professionisti che rispettano alcune condizioni:
1) Hanno avuto un fatturato nel 2007 non superiore a 30.000 euro
2) Non utilizzano beni strumentali superiori a 15.000 euro, acquistati negli ultimi 3 anni
3) Non hanno effettuato esportazioni
4) Non hanno avuto lavoratori dipendenti o collaboratori
5) Devono essere residenti in Italia
6) Non devono essere soci in società di persone o Srl in regime di trasparenza.

Ai fortunati che potranno rientrare nelle condizioni citate sono concessi i seguenti vantaggi:
1) Esenzione dalla tenuta delle scritture contabili, è solo necessario numerare e conservare le fatture emesse e ricevute. Se a fine anno non sapete qual è il vostro reddito e l’imponibile fiscale perché non avete tenuto una contabilità, chiedete a Visco come potete fare, visto che la “furbata” permetterebbe di risparmiare i soldi della parcella del commercialista
2) Esenzione dall’IRAP, che peraltro in base alla giurisprudenza non sarebbe dovuta da contribuenti minimi come quelli che applicheranno questo regime
3) Pagamento di una imposta sostitutiva di IRPEF e addizionali regionale e comunale pari al 20% del reddito inteso come differenza fra ricavi e costi. Considerando che l’aliquota sullo scaglione IRPEF minimo (0-15.00 €) è pari al 23% la convenienza ci dovrebbe essere di sicuro, ma non è detto
4) Non applicazione dell’IVA sulle fatture di vendita o parcelle emesse e conseguente eliminazione dell’obbligo di effettuare la liquidazione e il versamento periodico dell’imposta

Gli svantaggi derivano dalle seguenti considerazioni:
1) Nel conteggio dell’imposta sostitutiva sull’imponibile vengono perse le detrazioni d’imposta che normalmente spettano sui redditi di lavoro autonomo e per il sostenimento di oneri deducibili (spese mediche ecc..). Dovrebbero essere mantenute le detrazioni per carichi di famiglia. La perdita delle detrazioni non opera se si posseggono altri redditi, per cui, in tal caso il nuovo regime è tanto più conveniente, quanto più alti sono gli altri redditi. Infatti l’aliquota resta fissa al 20% su tutti i redditi da impresa o professione in regime dei minimi, evitando l’applicazione delle maggiori aliquote sugli scaglioni più elevati
2) Alla non applicazione dell’IVA sulle fatture emesse si accompagna la non detraibilità dell’imposta sul valore aggiunto sulle fatture di acquisto. Tale limitazione può essere penalizzante per chi opera con le imprese e perde quindi la detraibilità, non potendo “scaricare” il tributo sui clienti. La convenienza invece c’è se si esercita per esempio il commercio al minuto, in quanto, a parità di prezzi praticati, si potrà intascare la differenza fra l’IVA teoricamente incorporata nei corrispettivi e quella pagata sugli acquisti. Conveniente anche per coloro che operano in regime di esenzione IVA, che non potevano, neanche nei regime normale, detrarre l’imposta sugli acquisti.
3) Sull’acquisto di beni strumentali non è più previsto l’ammortamento, ma i costi sono deducibili per cassa, cioè interamente nell’esercizio di sostenimento del costo. Ciò è vantaggioso nel primo esercizio, ma può diventare penalizzante nell’ipotesi di uscita dal regime dei minimi, in quanto si risparmia solo il 20% il primo anno e successivamente si perde la detrazione delle quote d’ammortamento, cosa che comporterebbe maggiore risparmio fiscale con l’applicazione delle aliquote ordinarie più elevate
4) Rettifica della detrazione: è necessario “restituire” al fisco l’IVA detratta nei cinque esercizi precedenti quello di ingresso nel regime speciale, relativamente ai beni strumentali acquistati
Per tutti questi motivi occorre fare molta attenzione al nuovo regime dei minimi, in quanto la convenienza è tutt’altro che scontata, anzi, in certi casi diventa penalizzante rispetto al regime ordinario. I calcoli e le considerazioni sono in effetti complessi e pertanto, è consigliabile rivolgersi al proprio commercialista per evitare di rimanere scottati dalla “bontà” del fisco!

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