giovedì 4 settembre 2008

La detassazione dei premi sportivi. Come si aiuta lo sport?

Anche questa estate volge ormai al termine, così come, per molti sono finite le ferie e le vacanze. Che ricordo ci rimarrà di questo agosto 2008?... Sicuramente le Olimpiadi di Pechino!
Tanto discusse, per via delle proteste anti-governative (sacrosante), tanto spettacolari per la capacità organizzativa dimostrata al mondo intero dalla nuova superpotenza cinese, ma soprattutto per le gare sportive ad altissimo livello (alcune stellari) che abbiamo potuto ammirare.
E le tasse? Si è parlato anche di quello! A proposito dei premi che il CONI concede agli atleti italiani che “regalano” alla nazione una medaglia. Gli importi di questi emolumenti sono pari a 140.000 euro per la medaglia d’oro, 75.000 euro per l’argento e 50.000 euro per il bronzo. Ovviamente al lordo delle tasse. E qui sta’ il punto. Infatti atleti e simpatizzanti si sono “scandalizzati” di dover pagare allo stato circa il 50% dell’importo dei premi così faticosamente raggiunti. Considerando che gli atleti delle discipline olimpiche sono costretti a notevoli sacrifici e i loro guadagni non sono certo paragonabili a quelli, ad esempio, dei calciatori di serie A. Molti hanno quindi chiesto a gran voce la detassazione totale o parziale di questi premi.
Cosa ne pensiamo noi? Facciamo una sintesi.
1) Detassare e cioè ridurre le tasse è sempre cosa gradita e quindi in teoria positiva.
2) L’importo dei premi che il CONI paga agli atleti premiati è già uno dei più alti al mondo.
3) Rispondendo a coloro che hanno proposto l’innalzamento dei premi in luogo della detassazione, mi pare proprio eccessivo aumentarne ancora gli importi.
4) Sarebbe bello ridurre le imposte, ma per tutti i contribuenti, non solo per gli atleti premiati
5) I nostri atleti azzurri percepiscono già uno stipendio dalle forze armate, in quanto figurano come Carabinieri, Poliziotti, Finanzieri ecc. Il tutto ovviamente senza lavorare. O meglio il loro lavoro consiste nell’allenarsi nelle rispettive discipline sportive.
6) Pertanto non è molto etico pensare di ridurre le imposte sui premi olimpici.
7) Ovviamente non è molto etico neppure spendere tanti soldi per le trasferte della nazionale di calcio in occasione di campionati europei o mondiali. Ricordate gli alberghi principeschi in cui vengono ospitati gli azzurri, con centinaia di persone al seguito? Quindi ci vuole più moralità nelle spese per lo sport. E magari i soldi risparmiati si possono investire in agevolazioni ai nuovi talenti che dallo sport non hanno mai percepito un centesimo, ma semmai hanno dovuto spendere dei loro soldi per poterlo praticare. L’esempio di come si può “spingere” lo sport ce lo hanno dato gli inglesi, che in vista delle “loro” prossime olimpiadi, hanno messo gli atleti in condizione di far man bassa di medaglie sin da questa edizione.
8) A questo punto, archiviata la questione fiscale dei premi e, purtroppo, la necessità di incentivare lo sport, temo che se ne riparlerà per le olimpiadi del 20012. E speriamo di fare ancora la nostra figura come quest’anno, anche se le basi forse non ci sono.

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