venerdì 12 settembre 2008

Le paleo-detrazioni d'imposta.

Su il Sole 24 Ore del 10 agosto scorso c’era un articolo intitolato “Sconti fiscali d’annata” in cui si citavano molte detrazioni d’imposta o soglie utili ai fini delle imposte i cui importi sono rimasti fermi agli anni ’90.
Fra questi è interessante l’importo per essere considerati fiscalmente a carico di qualcuno (genitori, coniuge o parenti) che è rimasto fisso a 2.840,51 euro, sin dal 1994. Già probabilmente nel 1994 era un importo basso, in quanto neppure allora una persona poteva campare con 2.840 euro all’anno. Oggi nel 2008, dopo il passaggio all’euro che ha praticamente raddoppiato i prezzi, e tutti i rincari che continuano inarrestabili anche in queste ore, è semplicemente ridicolo!
Il fatto di essere posti a carico di un genitore, ad esempio, consente a quest’ultimo di avere un piccolo sconto sulle imposte da pagare, in considerazione dei soldi che gli tocca sborsare per mantenere il figlio. Quindi un figlio che ha un reddito di circa 3.000 euro annui, è più oneroso da mantenere di uno che ne guadagna 2.800. La cosa può sembrare illogica, ma è così.
L’altro limite “strano” riguarda la percentuale di detrazione delle spese mediche, che è saldamente ancorata al 19% sin da 1998. Tale percentuale corrispondeva all’IRPEF dovuta sullo scaglione più basso allora vigente. Ora l’aliquota più bassa è il 23%, dopo essere stata il 20%. Purtroppo la detrazione è rimasta fissa al 19%. Si segnala anche la franchigia di 129,11 euro che penalizza senza giustificazione coloro che sono più sani e quindi spendono meno in medicinali.
Anche le spese funebri sono ammesse in detrazione fino ai vecchi 3.000.000 di lire, cioè 1.549,37 euro. Sempre al 19%. Anche qui gli importi effettivamente sostenuti sono purtroppo molto più alti.
I premi delle polizze di assicurazione sulla vita sono invece fermi a 1.291,14 € sin dal 1998, quando l’importo era di 2.500.000 lire.
La detrazione degli interessi passivi sui mutui per l’acquisto della prima casa è invece stata aggiornata di recente, ed è ora pari a 3.615,20. In precedenza era 2.582,28. Mi sembra ancora un po’ poco, in considerazione dell’incremento degli interessi passivi che c’è stato in questi ultimi due anni. Mi spiego, se un cittadino paga 5.000 euro all’anno di interessi passivi su mutui, e non si può lamentare troppo, detrae solo fino a 3.615 €, sempre nel limite di quel 19% di cui abbiamo già parlato.
E cosa dire dell’agevolazione fiscale principe in Italia, il 36%? Criticarla è come sputare nel piatto in cui si mangia, però…. Piuttosto che usufruire di questo maxi-sconto ci sono molti contribuenti che preferiscono pagare in nero i lavori di ristrutturazione dietro uno sconto sulla prestazione. Infatti, il bonus del 36% dei costi sostenuti, va suddiviso in 10 anni, cioè è pari al 3,6% all’anno.
Se chi esegue i lavori si fa pagare in nero, “sconta” l’IVA, del 20% o del 10% e magari, è anche disposto a scontare un’altra percentuale in cambio del “suo” risparmio fiscale. Per cui il cittadino invece di pagare di più subito, e risparmiare poi con le dichiarazioni dei redditi, preferisce risparmiare oggi e basta! E poi non deve comunicare nulla all’Agenzia delle Entrate, non deve indicare nulla nelle successive 10 dichiarazioni dei redditi, non deve pagare con bonifico ecc…
Anche questa agevolazioni andrebbe rivista e aggiornata, rendendola più immediata come risparmio fiscale, e meno complicata come gestione.
Mi fermo qui, non vorrei passare ai limiti ridicoli nell’ambito del reddito d’impresa… primo fra tutti l’importo massimo del costo dell’auto aziendale o professionale, che un tempo era di 35 milioni di lire, ed oggi, dopo 10 anni, è ancora uguale (tradotto in euro). Si vede che le auto non sono mai aumentate in tutti questi anni!

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