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martedì 12 maggio 2009

L’IVA PER CASSA. AL VIA UNA PROMESSA DI BERLUSCONI

Finalmente è stato posto l’ultimo tassello mancante per attuare la cosiddetta IVA per cassa, promessa proprio da Silvio Berlusconi nella campagna elettorale dello scorso anno. Vediamo una breve sintesi.
COS’E’: La disposizione contenuta nel D.L. n. 185 del 29.11.2008 consente ad alcune tipologie di soggetti di versare l’IVA periodica solo una volta incassate le fatture emesse.
SOGGETTI INTERESSATI. La legge si applica agli imprenditori e ai professionisti che abbiano avuto, nell’anno precedente, un volume d’affari non superiore a € 200.000. Si tratta di una FACOLTA’ non di un obbligo.
PERIODO DI VALIDITA’: La norma è in vigore dal 28 aprile 2009, in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, del regolamento attuativo.
ESCLUSIONI: L’IVA per cassa non è applicabile alle fatture emesse nei confronti di privati oppure di soggetti che operano in particolari regimi d’imposta, come reverse charge (edilizia), produttori agricoli, commercianti di sali e tabacchi o prodotti editoriali o telefonici, agenzie di viaggio, rivenditori di beni usati in regime del margine.
INDICAZIONE IN FATTURA: E’ fondamentale che sulla fattura emessa venga indicata chiaramente una dicitura del tipo “Operazione con IVA ad esigibilità differita, ex art. 7 del DL 185/08”. In mancanza l’operazione si considera ad esigibilità immediata, per cui l’IVA andrà assolta con le scadenze ordinarie.
VERSAMENTO ENTRO UN ANNO: Il differimento del versamento dell’IVA può durare al massimo un anno dall’emissione della fattura. Trascorso tale termine l’IVA va versata anche se la fattura non è stata incassata.
DETRAZIONE DIFFERITA DELL’IVA: Chi riceve una fattura con la dicitura relativa al differimento, non potrà detrarre l’IVA immediatamente, ma solo al momento in cui ne pagherà l’importo. Se ciò non avvenisse entro un anno, la detrazione sarà possibile a tale scadenza.

venerdì 12 settembre 2008

Le paleo-detrazioni d'imposta.

Su il Sole 24 Ore del 10 agosto scorso c’era un articolo intitolato “Sconti fiscali d’annata” in cui si citavano molte detrazioni d’imposta o soglie utili ai fini delle imposte i cui importi sono rimasti fermi agli anni ’90.
Fra questi è interessante l’importo per essere considerati fiscalmente a carico di qualcuno (genitori, coniuge o parenti) che è rimasto fisso a 2.840,51 euro, sin dal 1994. Già probabilmente nel 1994 era un importo basso, in quanto neppure allora una persona poteva campare con 2.840 euro all’anno. Oggi nel 2008, dopo il passaggio all’euro che ha praticamente raddoppiato i prezzi, e tutti i rincari che continuano inarrestabili anche in queste ore, è semplicemente ridicolo!
Il fatto di essere posti a carico di un genitore, ad esempio, consente a quest’ultimo di avere un piccolo sconto sulle imposte da pagare, in considerazione dei soldi che gli tocca sborsare per mantenere il figlio. Quindi un figlio che ha un reddito di circa 3.000 euro annui, è più oneroso da mantenere di uno che ne guadagna 2.800. La cosa può sembrare illogica, ma è così.
L’altro limite “strano” riguarda la percentuale di detrazione delle spese mediche, che è saldamente ancorata al 19% sin da 1998. Tale percentuale corrispondeva all’IRPEF dovuta sullo scaglione più basso allora vigente. Ora l’aliquota più bassa è il 23%, dopo essere stata il 20%. Purtroppo la detrazione è rimasta fissa al 19%. Si segnala anche la franchigia di 129,11 euro che penalizza senza giustificazione coloro che sono più sani e quindi spendono meno in medicinali.
Anche le spese funebri sono ammesse in detrazione fino ai vecchi 3.000.000 di lire, cioè 1.549,37 euro. Sempre al 19%. Anche qui gli importi effettivamente sostenuti sono purtroppo molto più alti.
I premi delle polizze di assicurazione sulla vita sono invece fermi a 1.291,14 € sin dal 1998, quando l’importo era di 2.500.000 lire.
La detrazione degli interessi passivi sui mutui per l’acquisto della prima casa è invece stata aggiornata di recente, ed è ora pari a 3.615,20. In precedenza era 2.582,28. Mi sembra ancora un po’ poco, in considerazione dell’incremento degli interessi passivi che c’è stato in questi ultimi due anni. Mi spiego, se un cittadino paga 5.000 euro all’anno di interessi passivi su mutui, e non si può lamentare troppo, detrae solo fino a 3.615 €, sempre nel limite di quel 19% di cui abbiamo già parlato.
E cosa dire dell’agevolazione fiscale principe in Italia, il 36%? Criticarla è come sputare nel piatto in cui si mangia, però…. Piuttosto che usufruire di questo maxi-sconto ci sono molti contribuenti che preferiscono pagare in nero i lavori di ristrutturazione dietro uno sconto sulla prestazione. Infatti, il bonus del 36% dei costi sostenuti, va suddiviso in 10 anni, cioè è pari al 3,6% all’anno.
Se chi esegue i lavori si fa pagare in nero, “sconta” l’IVA, del 20% o del 10% e magari, è anche disposto a scontare un’altra percentuale in cambio del “suo” risparmio fiscale. Per cui il cittadino invece di pagare di più subito, e risparmiare poi con le dichiarazioni dei redditi, preferisce risparmiare oggi e basta! E poi non deve comunicare nulla all’Agenzia delle Entrate, non deve indicare nulla nelle successive 10 dichiarazioni dei redditi, non deve pagare con bonifico ecc…
Anche questa agevolazioni andrebbe rivista e aggiornata, rendendola più immediata come risparmio fiscale, e meno complicata come gestione.
Mi fermo qui, non vorrei passare ai limiti ridicoli nell’ambito del reddito d’impresa… primo fra tutti l’importo massimo del costo dell’auto aziendale o professionale, che un tempo era di 35 milioni di lire, ed oggi, dopo 10 anni, è ancora uguale (tradotto in euro). Si vede che le auto non sono mai aumentate in tutti questi anni!

sabato 31 maggio 2008

Novità dal pianeta unico 2008 redditi 2007. Perché si paga di più?

C’è chi pensa che ormai, con le elezioni politiche 2008 alle spalle da oltre un mese, ci siamo ormai liberati definitivamente da Prodi, Paodoa-Schioppa e, soprattutto di Visco e dal loro effetto nefasto sulle tasche degli italiani. Purtroppo non è così.
Basta accingersi a predisporre il modello unico 2008 per i redditi 2007 per accorgersi della stangata che i contribuenti italiani hanno preso con le finanziarie del governo Prodi. E io non faccio demagogia, faccio solo i conti. O meglio, il conto della serva, che è sempre più brava degli economisti e dei politici a capire se ci si perde o ci si guadagna.
Facciamo un piccolo esempio per capire bene tutti.
Tutti sanno che i lavoratori dipendenti ed i pensionati godono di detrazioni d’imposta che gli consentono di risparmiare qualcosa sulle tasse da pagare rispetto ai detentori di altri redditi. Il primo dato che stupisce è che le detrazioni previste per i titolari di reddito da lavoro dipendente sono maggiori di quelle previste per i pensionati! Probabilmente i pensionati sono considerati una fascia agiata della società e quindi sono meno degni di agevolazioni da parte del fisco. Comunque, per quanto indignati, andiamo avanti.
Prendiamo un pensionato che percepisce un reddito lordo annuo di 15.000 euro, cioè circa 1.250 € al mese LORDI. Un privilegiato quindi, e che pertanto va punito.
Ebbene, nell’unico dell’anno scorso, redatto per i redditi del 2006, godeva di una deduzione per la progressività dell’imposizione, pari a € 7.000. Tale deduzione era prevista dall’art. 11 del TUIR allora vigente che riconosceva ai pensionati un bonus di 4.000 euro (4.500 ai dipendenti), ridotto opportunamente in base ad una formula matematica, in modo da essere progressivamente decrescente all’aumentare del reddito. Il calcolo è il seguente:
(26.000+7.000+15.000)/26.000=1,85 in tal caso la deduzione teorica spetta per intero ed è pari a 7.500€
La deduzione teorica massima era quindi pari a € 7.000 per i pensionati e 7.500 per i dipendenti. Questo configura la cosiddetta no-tax area conseguibile se dalla formula richiamata risulta un valore pari almeno ad 1. In caso contrario la deduzione è ridotta in proporzione.
Il calcolo delle imposte per il 2006 è molto semplice:
15.000-7.500=7.500 imponibile
IRPEF (23%)= 1.725 €

Vediamo i calcoli per il reddito 2007
Supponiamo che il nostro pensionato non abbia ancora raggiunto i 75 anni di età.
Il calcolo per ottenere la detrazione (dai redditi 2007 si parla di detrazione e non più di deduzione dal reddito) è il seguente:
1.255+470*(15000-15000)/7500=1.255
Quindi il calcolo delle imposte è:
15.000 imponibile
IRPEF (23%)=3.450
Meno detrazione redditi di pensione= 1.255
IRPEF netta= 2.195 €
Imposte dovute in più rispetto al 2006= 470€ pari ad un incremento del 27%
Se il pensionato avesse compiuto i 75 anni nel 2007 la detrazione sarebbe stata:
1.297+(486*15.000-15.000/7.250)=1.297
L’IRPEF netta sarebbe stata: 2.153 con un aggravio rispetto al 2006 pari a 428€, tanto per tutelare i pensionati più anziani.
Ovviamente i dipendenti e i pensionati si sono già accorti dell’aggravio fiscale in quanto percepiscono la busta paga o la pensione già al netto delle ritenute. E’ però nella dichiarazione dei redditi, se si è tenuti a presentarla, che si riepilogano tutti i dati e ci si accorge della stangata complessiva.
Con tanti ringraziamenti a Prodi, TPS e Visco.
Torneremo a proporre altri esempi di calcolo delle imposte per far capire a tutti quante ingiustizie ci siano in ambito tributario e quanto lavoro ci sia ancora da fare per rendere più equo il nostro sistema fiscale.