mercoledì 26 marzo 2008

Elezioni 2008 e tasse. L'avventura continua...

Continuiamo la nostra "carrellata" sui programmi fiscali dei vari partiti politici che si sfideranno alle prossime elezioni di aprile.
L’UDC di Pier Ferdinando Casini punta alla riduzione della pressione fiscale specialmente in questi ambiti:
Lavoratori dipendenti. Recupero di parte delle trattenute fiscali e previdenziali ed in particolare per quanto riguarda gli straordinari e i premi sulla produttività.
Adeguamento delle aliquote al costo della vita, attraverso la ridefinizione degli scaglioni IRPEF sulla base del potere d’acquisto.
Detassazione degli investimenti in ricerca, innovazione e sviluppo.
Affitti. Introduzione della cedolare secca del 20% sui redditi derivanti dagli affitti di immobili. Aumento dei limiti alla detraibilità degli interessi passivi sui mutui per l’acquisto della casa, in particolare per le giovani coppie. Possibilità di parziale detrazione del canone di locazione dell’abitazione per i nuclei familiari, in base al reddito.
Ristrutturazioni edilizie. Aumento delle aliquote e del massimale per le detrazioni.
Lotta all’evasione. Anche mediante la detraibilità in dichiarazione dei redditi di una parte consistente di spese sostenute e documentate, analogamente a quanto avviene negli USA.
Statuto del Contribuente. Garanzia del suo rispetto rigoroso
Pax fiscale. Si stabilisce di non variare le regole in materia fiscale per almeno due anni, dopo il riordino.
Studi di settore. Utilizzo come presunzioni semplici negli accertamenti e impegno a revisionare i parametri in base a specificità territoriali e settoriali. Modificabilità triennale concertata fra le parti.
Riduzione della spesa pubblica. Congelamento delle spese correnti primarie con la prossima Finanziaria 2009. Dismissione di partecipazioni e di patrimonio immobiliare dello Stato e degli Enti locali e utilizzo dei proventi per la riduzione del debito pubblico.
Addizionali comunali e regionali. Blocco per legge del loro incremento.
Valorizzazione del ruolo economico e sociale delle Piccole e Medie Imprese e dei lavoratori autonomi.
Famiglia. Nuovo ruolo di soggetto tributario al fine di concedere bonus e detrazioni in proporzione al numero di componenti il nucleo famigliare. Incremento degli assegni familiari per ogni figlio a carico.
Spese mediche. Possibilità di detrarle al 100% senza tetto!
ICI. Esenzione dall’ICI per le abitazioni locate a canoni concertati.

Meno articolato il programma dello SDI di Boselli che prevede di diffondere il rispetto della legalità. E’ inoltre necessario maturare un’etica della responsabilità individuale. In campo fiscale si prevede:
Lotta all’evasione fiscale e contributiva. E’ considerata un obiettivo primario per l’Italia.
Equità nei carichi fiscali. Non si spiega cosa significhi in termini di aliquote.
Snellimento delle pratiche burocratiche, necessario per un buon rapporto fra fisco e cittadino.

mercoledì 19 marzo 2008

Elezioni 2008 e tasse. Qual è il menu di Lega e Sinistra Arcobaleno?

Continuiamo ad elencare cosa propongono le varie formazioni politiche in tema di fisco e tasse in vista delle prossime elezioni. Al momento non faccio commenti per darvi la possibilità di meditare e capire. Leggete qui e risparmiatevi la fatica di leggervi i programmi elettorali originali.

LEGA NORD.
La Lega, come è giusto che sia, sviluppa la proposta del federalismo fiscale e individua due regimi legati ad una variabile temporale.

Regime speciale transitorio. Il primo è un regime speciale transitorio che si rende necessario per un periodo di 10 anni, necessario per affrontare e risolvere il problema della carenza di infrastrutture e di servizi. Si prevede che le regioni padane abbiano a disposizione il 90% del gettito fiscale inerente al loro territorio. Le singole regioni hanno la responsabilità della gestione del gettito e si impegnano a trasferire il restante 10% allo Stato centrale. Il 75% delle risorse attribuite alle regioni federate deve essere utilizzato per realizzare opere e infrastrutture.

Regime definitivo. Le varie regioni hanno la possibilità di affrancarsi dallo Stato centrale per ottenere l’autonomia fiscale. Ciò avviene con lo scambio fra il gettito di imposte da pagare con parti del debito pubblico. In sostanza lo Stato centrale non incassa alcuni tributi ma si libera dall’onere di pagare gli interessi sul debito pubblico ed anche della quota capitale.
Le regioni possono autonomamente stabilire la quota di debito pubblico da cui vogliono affrancarsi con un limite massimo del 90% del proprio gettito.
Nella visione della Lega le Regioni hanno autonomia legislativa impositiva, di aliquota e di accertamento delle imposte. Esse curano direttamente la riscossione delle imposte.
Il programma non approfondisce ulteriormente i meccanismi di calcolo delle imposte, le detrazioni e le aliquote applicabili, in quanto ogni regione sarebbe sovrana avrebbe la massima libertà di stabilirli a proprio piacimento.

SINISTRA ARCOBALENO.
Anche la Sinistra Arcobaleno afferma a pag. 9 del suo programma, che il fisco in Italia è ingiusto, a causa dell’evasione fiscale, dei trattamenti privilegiati per le rendite e per il fatto che i più poveri paghino in realtà più tasse, in proporzione, rispetto ai più ricchi.
Vediamo le soluzioni proposte.
Recupero, tramite la lotta all’evasione fiscale, di 50 miliardi di euro entro la prossima legislatura, a botte di 10 miliardi l’anno, di tributi e tasse evase.
Elevazione delle detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti ed in particolare della no-tax area, portandola fino a 12.000€, con adeguamento automatico all’inflazione.
Diminuzione del prelievo fiscale sui redditi più bassi con riduzione dell’aliquota IRPEF del 23% (sul primo scaglione) fino al 20%.
Elevazione della tassazione delle rendite finanziarie al 20%, dall’attuale 12,50%. Esclusi i piccoli patrimoni familiari.
Restituzione del fiscal drag.
Destinazione immediata di tutto l’extragettito all’aumento delle detrazioni d’imposta per il lavoro dipendente.
Portare l’importo massimo detraibile degli interessi passivi pagati sui mutui per l’acquisto della casa da 4.000 (come innalzato dalla Finanziaria 2008) a 6.000 €.
Eliminazione dell’ICI sulla prima casa non di lusso, per i redditi medio bassi(?), con aumento del prelievo per le case sfitte.
Ridefinizione delle retribuzioni orarie in modo tale da garantire una retribuzione mensile netta di 1000 €, per un lavoratore a tempo pieno. Tale minimo andrà indicizzato rispetto al tasso d’inflazione.
Ho citato tale misura, anche se non è prettamente fiscale, in quanto il programma della Sinistra Arcobaleno propone di finanziare tale aumento dei salari tramite l’utilizzo dell’extragettito derivato dalla lotta all’evasione.

mercoledì 12 marzo 2008

Elezioni 2008 e le tasse. La battaglia si gioca soprattutto sul piano fiscale.

Facciamo due chiacchiere su cosa propongono i vari partiti in tema di tasse. Iniziamo ad analizzare e confrontare i programmi di PDL (Popolo delle Libertà con Berlusconi candidato premier) e PD (Partito democratico con Veltroni candidato premier), scaricati in formato pdf dai rispettivi siti internet.
ALIQUOTE IRPEF: Il PD propone una riduzione delle aliquote di un punto all’anno per i prossimi 3 anni. Il PDL non parla di aliquote ma riconduce il problema al rapporto fra pressione fiscale e PIL, che attualmente è stato conteggiato al 43,3%.
PRESSIONE FISCALE: Il PDL propone la graduale e progressiva diminuzione della pressione fiscale sotto il 40% del PIL. Quindi a conti fatti un calo un po’ superiore rispetto a quanto promette il PD. Ma siamo sempre lì.
DETRAZIONI FISCALI: Il PD propone una detrazione IRPEF più alta per il lavoro dipendente. Inoltre punta a tassare di meno la quota di salario derivante dalla contrattazione di secondo livello, il cosiddetto “salario di produttività”. Si prevede poi di rendere automatico il meccanismo della restituzione del cosiddetto “fiscal drag” volto a compensare l’erosione dei salari reali per effetto dell’inflazione.
Il PDL punta invece a introdurre gradualmente e progressivamente il “quoziente familiare” cioè un meccanismo mutato dalla fiscalità d’oltralpe, che consente di ridurre le imposte a carico delle famiglie. In pratica, il numero di componenti della famiglia permette di calcolare un coefficiente che verrà poi applicato al reddito complessivo, che verrà tassato in misura inferiore, quanto più il coefficiente è alto. L’altra novità consiste nella detassazione delle tredicesime che sarà tanto maggiore, quanto più è alto il reddito del dipendente. Viene proposta anche la detassazione di straordinari e la quota di produttività legata alla contrattazione decentrata.
Molto positiva l’idea di ridurre le imposte, in particolare su 13° e straordinari, in quanto ciò consente anche di premiare la produttività, che nel nostro paese è purtroppo bassa.
REDDITI DA LOCAZIONE IMMOBILI: Il PDL vuole portare la tassazione dei redditi da locazione verso la progressiva tassazione separata con aliquota fissa, che potrebbe essere pari al 20%. Idem per il PD. In questo caso le cose si mettono bene, perché la tassazione fissa e separata dei redditi da locazione permetterà di far emergere buona parte degli affitti “in nero”, rendendo meno conveniente evadere, e garantendo un prelievo di maggiore equità fiscale.
RISPARMIO ENERGETICO: Il PD vuole rendere permanente l’agevolazione del 55% già esistente, per l’istallazione di pannelli solari, mentre il PDL promette una graduale e progressiva detassazione degli investimenti in riscaldamento e difesa termica delle abitazioni.
CINQUE PER MILLE: Il PDL vuole stabilizzare il 5 per mille ed applicarlo a favore del volontariato, non-profit, terzo settore e ricerca.
ICI: Il PDL vuole abolirla relativamente alla prima casa di abitazione, senza oneri per i comuni.
IMPOSTA DI SUCCESSIONE E DONAZIONE: Il PDL promette l’abolizione totale di quelle tasse reintrodotte da Prodi, dopo la loro eliminazione attuata dal governo Berlusconi.
BONUS FIGLI: Il PDL prevede di reintrodurre il “Bonus bebè” che in passato era di 1000 €. Promette inoltre di ridurre l’IVA sul latte e gli alimenti e prodotti per l’infanzia. Il PD vuole introdurre una “dote fiscale” di 2500 € per i figli, variabili in proporzione al reddito.
AFFITTI PRIMA CASA: Il PD propone di consentire all’inquilino di detrarre dai redditi una quota dell’affitto pagato. Il PDL punta ad un “bonus locazioni” che consenta di aiutare le giovani coppie e i meno abbienti a sostenere l’onere degli affitti.
NUOVE IMPRESE: Il PDL propone una sorta di “no-tax” sperimentale per le nuove iniziative imprenditoriali e professionali dei giovani. Favorirà poi la prestazione di garanzie pubbliche per i “prestiti d’onore” e per il finanziamento d’avvio a favore dei giovani che iniziano la loro attività d’impresa. Il PD vuole migliorare il “forfettone” per le piccolissime imprese e stabilire la non retroattività degli studi di settore. Si propone inoltre di favorire la capitalizzazione delle imprese con sconti d’imposta.

mercoledì 5 marzo 2008

Nuove iniziative produttive contro regime dei minimi. Quale ti conviene adottare?

Quando un contribuente inizia una nuova attività si pone l’interrogativo se gli convenga optare per il regime delle nuove iniziative produttive oppure accettare il regime dei minimi che è quello “naturale” per i piccoli contribuenti. L’opzione riguarda ovviamente solo i primi tre anni in quanto allo scadere di tale periodo non si è più considerati nuova iniziativa produttiva.
CONTABILITA’. I vantaggi conseguibili utilizzando uno dei due regimi semplificati, rispetto al regime ordinario, consistono nel sostanziale esonero dalla redazione delle scritture contabili. E’ sufficiente numerare e conservare le fatture emesse e ricevute. Salvo comunque effettuare un minimo di annotazioni al fine di monitorare l’ammontare del fatturato e di estrapolare i dati necessari per la dichiarazione dei redditi.
STUDI DI SETTORE. Il regime dei minimi comporta poi l’esclusione dagli studi di settore per sempre e non limitatamente al primo esercizio, come avviene per le nuove iniziative produttive.
IMPOSTE. L’aliquota dell’imposta sostitutiva è più favorevole per le NIP (nuove iniziative produttive) che è pari al 10% rispetto al regime dei minimi (20%). Occorre però considerare che i contribuenti NIP non possono usufruire delle deduzioni e detrazioni d’imposta che invece spettano ai minimi. Nel caso in cui si abbiano familiari o figli a carico o importi notevoli di spese sanitarie o polizze vita o contributi previdenziali elevati, il regime delle NIP non conviene, a meno che non si abbiano altri redditi, che consentano di usufruire delle detrazioni e deduzioni.
Sia il regime dei minimi, sia il NIP, sono più convenienti, in presenza di altri redditi elevati, rispetto al regime ordinario, in quanto consentono di pagare solo l’imposta sostitutiva del 10 o del 20%, senza fare aumentare gli scaglioni IRPEF.
L’IRAP, pari al 3,9% (dal 2008), è dovuta dalle imprese NIP ma non ne sono soggetti i contribuenti minimi. In questo caso bisogna considerare che l’IRAP effettivamente dovuta non è pari al 3,9% (dal 2008) del reddito, a parte la differente deducibilità di alcuni costi ai fini delle imposte, ma entra in gioco la deduzione forfetaria pari a 8.000 euro, che consente di pagare l’imposta solo altre tale soglia.
IVA. Le nuove iniziative produttive operano in regime IVA e cioè emettono fatture soggette all’imposta sul valore aggiunto e detraggono quella relativa agli acquisti. I contribuenti minimi non sono soggetti IVA, pertanto non detraggono l’imposta assolta sugli acquisti. Questo particolare è ovviamente irrilevante nel caso di soggetti che svolgono attività esenti da IVA, come i medici.
Come già detto in un post precedente, chi è in regime dei minimi e opera con soggetti privati, potrebbe fare un vero affare nel caso in cui riuscisse a lasciare invariato il prezzo finale praticato.
Es. acquisto di un bene a 50 € più IVA 20% pari a 10 €.
Rivendita del bene a 120€ (in precedenza calcolato come 100 € + IVA 20€=120€)
Il contribuente minimo potrà “intascare” 20€ di IVA che non dovrà mai versare.
Il suo guadagno sarà pari a 120-60=60. Quindi pagherà le imposte su 60. uindi paqCiò in quanto l’IVA
divenuta indetraibile sull’acquisto del bene va sommata al costo di acquisto. In regime normale il
guadagno da sottoporre a tassazione è pari invece a 100-50=50€. Ma è pur vero che la differenza di
10 gode di una tassazione molto inferiore per i contribuenti minimi.
RETTIFICA DELLA DETRAZIONE IVA. L’altro aspetto che bisogna considerare riguarda la rettifica della detrazione che diventa obbligatoria per coloro che “passano” dal regime normale a quello dei minimi. Chi inizia l’attività come “minimo” non è interessato a tale rettifica, che consiste nella restituzione al fisco dell’IVA detratta con l’acquisto di beni strumentali acquistati nei 5 anni precedenti quello di adozione del nuovo regime. In unica soluzione oppure a rate.
Oltre all’IVA sui beni strumentali va versata pure quella sui beni in giacenza al 31.12 dell’anno precedente, detratta al momento del loro acquisto. È chiaro che in presenza di attività con beni strumentali acquistati di recente e un magazzino notevole, occorre valutare attentamente i benefici ottenibili dal nuovo regime, e la tassa d’ingresso che si dovrà pagare, che potrebbero anche vanificare i benefici ottenibili.